La Biennale di Venezia, che negli anni fra le due guerre si trovava al vertice del sistema espositivo nazionale, costituisce un osservatorio privilegiato per seguire da vicino la politica culturale del regime fascista. Sulla base di molti documenti inediti, questo saggio ricostruisce dall’interno le edizioni del 1940 e 1942 e prende in esame il progetto irrealizzato della Biennale del 1944. Grandi registi di tali vicende sono due uomini di regime che lavorano in sintonia all’organizzazione di questa grande macchina espositiva: Giuseppe Volpi di Misurata, industriale e uomo politico, e Antonio Maraini, scultore e capo del sindacato degli artisti. Nonostante le difficoltà della guerra, le ultime Biennali fasciste suscitano una vasta eco, testimoniata dal gran numero di articoli ad esse dedicati. L’esame dei commenti a caldo espressi da artisti e critici sull’avvenimento costituisce l’altro versante di un’analisi che – muovendosi su diversi fronti – mira a restituire un quadro compiuto ed esauriente dell’evento rappresentato dalle Biennali di guerra, valutandone contemporaneamente il significato all’interno di una logica di politica culturale e l’impatto a livello di pubblico e critica.
Cod: 9788871151542
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.