In un paese in cui pare impossibile una memoria condivisa, gli avvenimenti che fondano la nostra storia nazionale – il Risorgimento e la proclamazione dell’Unità d’Italia – non fanno eccezione. A una versione tradizionale che gronda di romanticismo e di tentazioni agiografiche, si contrappongono sempre meno infrequentemente resoconti controcorrente che stigmatizzano le incongruenze e le ipocrisie dei cosiddetti Padri della Patria. Questo serrato dialogo a distanza si propone finalmente di giungere a una sintesi, di individuare un terreno di verità comune tra ipotesi storiche spesso enormemente distanti. Le cinque giornate di Milano sono state un’azione velleitaria e mal organizzata o il primo vero tentativo di “fare l’Italia”? Vittorio Emanuele II è “il re con la faccia da macellaio”, sciupafemmine, circondato da affaristi e non alieno ad allungare le mani nel bilancio dello Stato, oppure il sovrano che, assecondando lo spirito che prendeva corpo nel paese, “non è insensibile al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva”? L’impresa dei Mille è davvero una cavalcata di eroi, di uomini coraggiosi disposti a rischiare tutto per la causa, o piuttosto una sceneggiata teatrale e mal recitata? E l’Italia che alla fine viene proclamata e si affaccia alla ribalta della storia è una nazione con i piedi d’argilla, perché mal costruita ed edificata su troppe furbizie, o un giovane paese che ha in sé i sentimenti e le possibilità per progredire?
Cod: 9788856610581
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