Questa monografia parte da una lettura incrociata delle due grandi e precoci imprese “a fresco” degli anni dieci, la “Maestà” della Sala del Mappamondo in Palazzo Pubblico a Siena e la cappella di San Martino nella Basilica Inferiore di Assisi, e approfitta dei dati emersi dal restauro della Maestà per tracciare la difficile mappa degli spostamenti del giovane Simone fra Siena, San Gimignano e Assisi, e dipanare i tempi e gli intrecci di questo percorso e delle prime esperienze formative. Ideale antagonista del genio dominatore dell’arte italiana di primo Trecento, l’ideale contraltare di Giotto e della sua pittura: Siena contro Firenze, un’arte aristocratica, eletta, contro il nuovo linguaggio giottesco, concreto, fisico, “borghese”. Gli studi degli ultimi trent’anni, hanno mostrato come questa facile contrapposizione nasconda invece legami profondi fra i due artisti immortalati dal Petrarca come i “novi pictores egregios”, e hanno rivalutato il cantiere di Assisi come luogo d’incontro del pittore senese con l’arte di Giotto e dei suoi più stretti collaboratori. Scrivere oggi una monografia su Simone Martini, allora, significa uscire definitivamente dagli schematismi e dalle false opposizioni e saper riconoscere la grandezza di questo artista proprio nell’ampiezza del suo panorama culturale, nella sua conoscenza delle esperienze di Giotto, di Duccio, del Gotico d’oltralpe e perciò nella sua capacità di scegliere e di forgiare un linguaggio del tutto originale e nuovo.
Cod: 9788871795454
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