Con questi frammenti ho puntellato le mie rovine”, scriveva T. S. Eliot nel 1922, ignorando che la sua desolata terra interiore sarebbe presto diventata una distesa di morti e macerie sacrificati sugli altari di un conflitto mondiale. È allora sui frammenti di un’Europa sfregiata che l’arte del secondo dopoguerra ha dovuto costruire fondamenta nuove, e su un approccio che, se sgorga da riflessioni socio-esistenziali – la Ragione e i suoi limiti, l’Uomo e quanto possa essere disumano -, sfocia poi, inevitabilmente, su un versante intimo e personale. Il catalogo e la mostra raccolgono i dipinti, le fotografie, i video e le installazioni in cui, a partire dal 1945, 113 artisti hanno tradotte le memorie, le angosce, le denunce e le speranze di intere generazioni; e da cui traspare, con forza disperata, un comune, irresistibile desiderio di libertà. Celebri e meno noti, provenienti da 28 Paesi diversi, i protagonisti della scena culturale del secondo Novecento si fanno portatori di un’istanza che dev’essere, per l’umanità intera, sia fisica che morale. Da Picasso a Marina Abramovic’, da Hirst a Cattelan a Francis Bacon a Magritte, la libertà è il filo conduttore di un evento che vede riuniti i musei, i collezionisti, gli studiosi e le gallerie di tutta Europa. Attraversata, stavolta, dall’impeto dell’arte e non della guerra.
Cod: 9788866481553
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